Accessibilità e traduzione audiovisiva: l’audiodescrizione

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Accessibilità e traduzione audiovisiva: l’audiodescrizione


Questo articolo fa parte di una serie di post sull’accessibilità qui sul blog di Creative Words. Come sappiamo, lo scopo per cui la traduzione e la localizzazione nascono è quello di portare più contenuti possibili a più persone possibili. Il tema dell’accessibilità è una naturale prosecuzione di questo concetto. Continuate a seguirci per iniziare a conoscere un aspetto vasto e cruciale del nostro settore.

Se di recente hai visto una serie o un film su Netflix e hai voluto cambiare lingua dell’audio per qualsiasi motivo (noi puristi dobbiamo portare questa croce), avrai notato che tra le tracce disponibili trovi spesso “Inglese (Audiodescrizione)”. Purtroppo non è disponibile per tutti i film e le serie, ma sta diventando sempre più diffusa.

 

Che cos’è l’audiodescrizione?

L’audiodescrizione è, in sostanza, l’equivalente uditivo di un sottotitolo per non udenti. Se vogliamo essere più accademici, l’audiodescrizione è una forma di traduzione intersemiotica (ovvero, da un canale a un altro, in questo caso da quello visivo a quello uditivo) che consiste nell’aggiunta a un contenuto visivo (film, serie, ecc.) di una ulteriore traccia audio complementare alla traccia sonora originale del prodotto. Questa traccia aggiuntiva descrive ciò che sta accadendo a schermo, inserendosi nelle pause tra i dialoghi dei personaggi e nei momenti senza parlato. Questo va a vantaggio delle persone ipovedenti o con disabilità visive, o a chi in ogni caso non ha la possibilità di vedere ciò che sta accadendo a schermo.

Non si tratta però di semplice “narrazione” di ciò che sta accadendo a schermo (ad esempio raccontare dove si trova o cosa sta facendo un personaggio), ma vera e propria descrizione di personaggi (aspetto fisico, cosa indossano…), luoghi (è giorno? È notte?) e così via, per dare modo anche alle persone che non hanno la possibilità di vedere di immaginare la scena per come appare effettivamente a schermo.

È una tecnica estremamente interessante e complessa dal punto di vista tecnico. Pensa soltanto alla difficoltà di descrivere scene ricche di dettagli in poco tempo, o a scene fantascientifiche che mostrano immagini estremamente aliene, difficili da concepire persino per la nostra immaginazione. È inoltre molto difficile trovare un equilibrio tra il descrivere in modo sterile e asciutto o il, quando possibile, fornire più dettagli in modo da dipingere una scena più vivida e ricca di particolari. Quest’ultimo aspetto è stato fonte di ulteriori dibattiti nel campo dell’audiodescrizione: essa è effettivamente un’arte, come può essere quella di scrivere una sceneggiatura, e deve quindi offrire un contenuto creativo unico e pregno di significato, o deve invece limitarsi a descrivere ciò che sta accadendo nella scena senza “prendere una posizione”?

Del resto, la narrazione su ciò che succede a schermo in un film non è certo qualcosa di nuovo e di limitato alle persone non vedenti: è una modalità narrativa perfettamente valida e che suscita un preciso effetto artistico se realizzata con questo scopo. È tuttavia solo a partire dagli anni ’70 del secolo scorso che l’audiodescrizione come la conosciamo oggi ha cominciato a prendere forma e soprattutto ha cominciato a essere vista come tecnica per l’ausilio di persone con disabilità visive.

 

L’accessibilità ai contenuti audiovisivi

Con il passare degli anni, sono state codificate sempre più “regole” su come va scritto un copione di audiodescrizione: sull’economicità delle parole da usare, su quali verbi preferire, quando e come descrivere i luoghi, quando e come indicare un cambio di scena, addirittura quando mantenere tratti visivi distintivi di un personaggio (ad esempio, un’acconciatura particolare, il frequente gesticolare…) o eliminarli se non attinenti alla trama o al personaggio stesso.

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Negli Stati Uniti, dalla fine degli anni ’80 abbiamo sempre una maggiore diffusione della tecnica, che inizia a essere offerta al pubblico anche nei cinema, mediante l’uso di apposite cuffie. In Inghilterra, sul finire degli anni ’80, abbiamo l’emergere di un servizio simile anche per gli spettacoli teatrali.

Da questi timidi primi passi arriviamo fino ai giorni nostri, in cui la fornitura di prodotti con audiodescrizione è incoraggiata da una direttiva dell’Unione Europea (la 2007/65/CE), che recita:

“Il diritto delle persone con disabilità e degli anziani a partecipare e ad essere integrati nella vita sociale e culturale della Comunità è inscindibilmente legato alla fornitura di servizi di media audiovisivi accessibili. I mezzi per ottenere tale accessibilità dovrebbero comprendere, tra gli altri, il linguaggio dei segni, la sottotitolazione, l’audiodescrizione e la navigazione tra menu di facile comprensione.”

In seguito l’Unione Europea ha continuato e sta continuando a finanziare progetti che puntano a rendere sempre più accessibili i contenuti audiovisivi, con progetti come ADLAB PRO (2016-2019). L’Italia non ha ancora vere e proprie norme che regolino il contenuto con audiodescrizione (a differenza di altri Paesi), per questo motivo si appoggia alle norme europee.

E tuttavia, benché non vi siano stime precisissime, circa il 4% della popolazione italiana è affetta da qualche tipo di disabilità visiva (non vedenti o ipovedenti), un numero non indifferente che è uno dei motivi per cui vogliamo approfondire l’argomento e incoraggiare la diffusione di questa tecnica.

Questa piccola introduzione voleva essere una leggera infarinatura su quello che è un mondo profondo e complesso. Mettere in evidenza aspetti dell’industria come questo e i prossimi che affronteremo può aiutare qualcuno che ancora non li conosce a scoprirli e quindi a farli conoscere a un numero sempre maggiore di persone, che a sua volta ci auguriamo ne incoraggi una diffusione più frequente.

In chiusura suggerisco il modo più semplice per capire cosa sia l’audiodescrizione, se ancora non fosse chiaro dopo tutte queste parole: apri Netflix, scegli la tua serie preferita, controlla se dispone di una traccia di audiodescrizione e prova a guardarla.

foto mirco

 

 

Lettore instancabile, amante dei videogiochi, ama le passeggiate in montagna e le nuotate al mare. Gli insegnamenti dei Simpson sono la sua filosofia di vita.


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