Traduzione e UX: 5 errori da non commettere sul tuo sito web

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Traduzione e UX: 5 errori da non commettere sul tuo sito web


Traduzione e UX: un connubio spesso poco considerato, ma in realtà fondamentale per migliorare l’esperienza di navigazione sul tuo sito web. Ma quali sono gli aspetti da tenere a mente quando si traduce un sito web, e quali invece gli errori e le sviste che potrebbero danneggiare l’esperienza utente, riducendo di fatto visite e vendite?

Quando si parla di miglioramento dell’UX (User Experience) vi sono sicuramente molti aspetti da prendere in considerazione: scrivere testi leggibili e che convertano, avere tasti e menù accessibili e facilmente individuabili, oltre che contatti e moduli importanti chiaramente visibili.

Sebbene questi aspetti contribuiscano sicuramente a migliorare l’esperienza complessiva degli utenti, vi è un altro fattore altrettanto importante che, tuttavia, viene spesso tralasciato: l’importanza della traduzione per la user experience.

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Supponiamo che, dopo tanto lavoro, molti test A/B e un importante investimento economico, tu sia finalmente riuscito a creare la perfetta user experience per gli utenti del mercato italiano.

A distanza di qualche tempo, decidi finalmente di espandere il tuo business e localizzare il tuo sito in una nuova lingua.

Niente di più facile, penserai, facciamo tradurre il testo nella nuova lingua e sarà fatta!

Certo: traducendo i contenuti del tuo sito nella nuova lingua avrai sicuramente fatto un passo avanti importante nel creare un’esperienza utente piacevole anche per il nuovo mercato di riferimento, eppure… siamo sicuri basti semplicemente tradurre il testo di partenza, senza prestare attenzione ad altro?

Insomma: sei proprio sicuro di sapere tutto su traduzione e UX?

Se questo argomento ti è nuovo, e non sai da dove iniziare, non temere: in questo articolo, infatti, approfondiremo il legame tra traduzione e UX, concentrandoci in particolare sui 5 errori da non commettere sul tuo sito web per garantire ai tuoi utenti un’esperienza di qualità in qualsiasi lingua.

 

Sottovalutare l’importanza della traduzione per l’UX

Lo sappiamo: questo primo consiglio potrebbe apparire scontato, ma in realtà è un concetto fondamentale da mettere in chiaro quando si parla di traduzione e UX.

In altre parole, una User Experience di qualità parte sempre e comunque da una (buona) traduzione.

Un sondaggio del 2020 su utenti da 29 nazioni, infatti, ha confermato che oltre il 75% degli utenti eCommerce preferisce acquistare da siti che mostrino informazioni nella loro lingua.

Di conseguenza, sarà fondamentale affidarsi a professionisti della traduzione e localizzazione per trasporre i tuoi contenuti in un’altra lingua e per un altro mercato: offrire ai tuoi utenti contenuti in una lingua a loro sconosciuta potrà davvero rendere la loro esperienza poco piacevole.

 

Non essere creativi nella traduzione

Appurata l’importanza della traduzione per la User Experience, è importante fare un’ulteriore precisazione: per una UX davvero di qualità (seamless, come spesso si sente dire) sarà fondamentale sapere quando e quanto modificare e adattare le traduzioni dei tuoi contenuti per i diversi mercati.

Dell’importanza delle traduzioni creative, specialmente per gli eCommerce, abbiamo già ampiamente parlato: insomma, nessun utente si sentirebbe veramente coinvolto leggendo testi che, seppure ben tradotti, non tengano conto delle sue aspettative culturali, della sua realtà culturo-specifica e, naturalmente, dei suoi bisogni unici.

 

In altre parole: quando si parla di traduzione e UX, una buona traduzione non è necessariamente fedele all’originale, anzi! Un’ottima user experience non potrà prescindere da una traduzione adattata culturalmente.

 

Non prestare attenzione agli aspetti “secondari”

Immagina di dover tradurre questa frase del tuo sito per il mercato statunitense:

PROMOZIONE SPECIALE – solo 59,99 € fino al 25/11/2022 alle 20:30.

Nulla di più facile, no?

SPECIAL PROMO – only 59,99 € until 25/11/2022 at 20:30.

No, nulla di più sbagliato!

Simbolo decimale errato, posizione della valuta scorretta, formato della data inadatto e orario espresso in modo illeggibile per l’utente: questa piccola frase è letteralmente un ottimo esempio di pessima user experience.

Certo, il messaggio generale appare comunque comprensibile (la promozione è limitata e dopo una certa data il prezzo aumenterà), ma tutto il resto non è affatto chiaro: tanto per cominciare, il prezzo applicato per gli utenti USA è in dollari o in euro?

Errori e sviste del genere, che a uno sguardo disattento potrebbero sembrare superficiali e poco importanti, possono in realtà rovinare del tutto l’esperienza dei tuoi utenti, che nella migliore delle ipotesi potrebbero semplicemente giudicare la traduzione come troppo distratta; nella peggiore, invece, potrebbero addirittura non riuscire a capire dettagli fondamentali e, di conseguenza, rinunciare all’acquisto.

Insomma, conciliare traduzione e UX vuol dire fare attenzione davvero a tutto.

 

Dimenticarsi della SEO

Sebbene la SEO venga spesso considerata vantaggiosa esclusivamente per i gestori del sito web, consentendo loro di scalare i motori di ricerca e raggiungere più utenti, una traduzione/localizzazione che rispetti le regole SEO migliorerà indirettamente anche la User Experience.

Parole chiave, link, immagini, grassetti, elenchi puntati, frasi brevi e concise, spiegazioni chiare: tutti elementi che, oltre ad aiutare il tuo sito tradotto a farsi conoscere da Google, saranno anche estremamente utili per i tuoi utenti, rendendo i contenuti più chiari e appetibili e migliorando, di fatto, la User Experience.

Insomma: quando parliamo di traduzione e UX parliamo, inevitabilmente, anche di traduzione e SEO.

 

Non aggiungere nulla, anche quando necessario

Una User Experience di qualità non si basa solo su design accattivanti, server performanti e testi emotivamente coinvolgenti. Un altro elemento importante da considerare (se non forse il più importante) è sicuramente la completezza e l’accuratezza delle informazioni fornite.

Ma cosa significa questo nel concreto quando si parla di traduzione e UX?

Immagina di avere un eCommerce in Italia e di avere aperto, dopo tante peripezie, anche una versione svizzera e una statunitense.

Naturalmente, per i tuoi clienti italiani (e UE) ti basterà, come sempre, specificare i costi e i tempi di spedizione.

Con i tuoi nuovi mercati, tuttavia, dovrai fare attenzione anche a un altro dettaglio: gli eventuali dazi doganali a carico dell’acquirente, nonché eventuali ritardi nella spedizione per motivi logistici.

Certo, magari il tuo sito non avrà questi problemi, e forse i tuoi clienti non dovranno nemmeno pagare alcun dazio per ricevere i tuoi prodotti. Tuttavia, un cliente svizzero o americano si aspetterà di leggere almeno una frase su questo aspetto, fosse anche solo per avere la certezza che non saranno previsti costi aggiuntivi.

Evitare di menzionare aspetti legali/pratici rilevanti per il mercato di riferimento pregiudica di molto l’UX, diminuendo la fiducia dei potenziali acquirenti e scoraggiandoli dall’acquisto.

In altre parole: non aver paura di aggiungere informazioni alla tua traduzione, quando necessario. Traduzione e UX potrebbero sembrare difficili da conciliare, ma con le giuste accortezze riuscirai a creare un’ottima esperienza anche per gli utenti stranieri.


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