Disturbi DIS e il sistema scolastico: dall’adolescenza all’età adulta

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Disturbi DIS e il sistema scolastico: dall’adolescenza all’età adulta


Nel primo appuntamento con Pauline abbiamo spiegato cosa voglia dire avere dei disturbi DIS, elencando quelli maggiormente diffusi e di come un tale disturbo possa compromettere la qualità della vita se non viene diagnosticata tempestivamente.

Ad oggi nei sistemi scolastici ci sono ancora molte lacune da superare nei confronti di questi disturbi, lacune che possono sfalsare o peggio deviare del tutto la diagnosi, portando la persona soggetta a incomprensioni e pregiudizi oltre che a pesanti pressioni e disagi psicologici.

 

La diagnostica tardiva e le ripercussioni psicologiche

Ho potuto notare, durante il mio percorso, che purtroppo, se si possono trovare delle guide e degli aiuti dedicati ai genitori dei bambini dis per accompagnarli durante il percorso di apprendimento, risulta invece difficile confrontarsi con tali disturbi in età adulta e gestirli nella vita professionale, poiché si accentuano in maniera più o meno evidente in base alla carica svolta dall’adulto.

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In effetti, essendo stata io stessa diagnosticata tardivamente dislessica, disortografica e discalculica, mi sono ritrovata a scoprire sfaccettature dei miei stessi disturbi durante il mio percorso universitario, nel corso della traduzione del saggio intitolato “L’ENFANT DYS : LE COMPRENDRE, L’ACCOMPAGNER, LE VALORISER DI FRANÇOISE CHÉE”, il quale mi ha permesso, dopo diversi anni, di rendermi conto che molti elementi che consideravo stranezze personali erano in realtà caratteristiche tipiche

dei soggetti dis. Un esempio sono le strategie compensative che ho attuato nell’arco della mia carriera scolastica e universitaria senza sapere che fossero vere e proprie strategie messe in atto dal mio cervello per ovviare alle mancanze causate dai miei DSA.

 

Il sistema scolastico fantasma

Come per la maggior parte degli studenti con disturbi dis, la mia esperienza personale non è sempre stata facile perché purtroppo nei sistemi scolastici (sia francesi che italiani) ci sono ancora molte lacune, incomprensioni e pregiudizi nei confronti di questi disturbi, e ciò può portare le persone neuro tipiche a pensare che siano scuse per mascherare una pigrizia di fondo, il che è totalmente falso. A più di vent’anni, ho scoperto che alcune difficoltà e alcuni disagi riscontrati nel mio percorso scolastico e nella mia vita quotidiana fossero legati direttamente o indirettamente ad uno dei tre disturbi di cui soffro. Ad esempio, il fatto di non saper leggere l’ora su un orologio analogico o di non distinguere destra e sinistra per via della discalculia, aspetti che possono risultare comprensibili per un bambino ma che nella vita adulta portano senza alcun dubbio a pesanti pressioni e disagi psicologici.

Ho avuto l’occasione di riflettere, e di rendermi conto che se qualcuno avesse istruito i miei genitori e i miei insegnanti durante il mio percorso scolastico esso sarebbe stato di gran lunga più semplice e meno frustrante.

Per quanto mi riguarda, dovrebbe essere obbligatorio un percorso dedicato nella formazione degli insegnanti delle scuole materne e primarie perché, nonostante tutta la buona volontà, nessun insegnante potrà mai gestire correttamente un bambino con disturbi dis senza avere seguito una formazione mirata per ogni genere di disturbo.

Se mi permetto di sottolineare queste mancanze nei sistemi scolastici è proprio perché le ho sperimentate in prima persona.

Ho avuto anche l’occasione di avere uno scambio con un’insegnante, la quale, parlando della sua esperienza all’interno del sistema italiano, mi ha detto che solo il personale di ruolo ha la possibilità di ricevere una “formazione” al riguardo nel momento in cui supera un concorso, il cui programma, oltre alla materia di studio, prevede anche la normativa scolastica per ottenere tale titolo e i 24 CFU obbligatori.

La preparazione di tale concorso, con l’obbligo dei 24 CFU già menzionati, permette di approfondire il discorso BES e l’attivazione di strategie inclusive con metodi didattici inclusivi (online e non) con relative spiegazioni. Il personale precario, invece, in possesso solo di un titolo di studio per una materia, non ha nessun contatto preliminare con questa realtà, se non un contatto diretto sul campo, confrontandosi con gli studenti dis durante le lezioni. Va sottolineato che in Italia, benché ci siano dei corsi di formazione specifici per DSA e BES, queste formazioni non sono ancora obbligatorie, il che risulta inconcepibile, date le statistiche citate precedentemente.

Intraprendere tale lavoro di introspezione mi ha permesso di capire quanto sia necessario alle volte sentirsi dire, in maniera chiara e oggettiva, ciò che implicano i propri disturbi. Allo stesso tempo è importante sviluppare la consapevolezza del fatto che questo percorso lungo e spinoso sia in realtà un percorso condiviso da milioni di persone, ed è un tema che merita molta più visibilità.

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Ciao sono Pauline Surgo, una ragazza italo-francese laureata in interpretariato e traduzione. Sono affascinata da tutto ciò che non rientra nei canoni e negli standard nonché alla costante ricerca di metodi alternativi per superare ogni tipo di difficoltà e mettere in luce i temi che mi più stanno a cuore.

 


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