10 Giu Disturbi DIS e il percorso universitario: difficoltà e soluzioni adottate
Alla luce di quanto enunciato nella parte introduttiva riguardante quelli che abbiamo scelto di chiamare disturbi DIS, sul modello francese, ho deciso di focalizzarmi sulla mia esperienza da studentessa dis. Ho preso come caso studio il mio percorso universitario di mediazione linguistica. Soffermandomi sulle insidie della traduzione e dell’interpretariato e sui metodi, quando esistenti, adottati per compensare tale divario di apprendimento. Nonché sulle strategie messe in atto, frutto di un mio approccio empirico ai problemi affrontati.
Le principali difficoltà dei disturbi DIS
Se dovessi classificare per importanza le difficoltà che hanno segnato la mia formazione, metterei in luce prima di tutto i disagi di lettura legati alla dislessia. In effetti, per chi non è affetto da tale disturbo, può risultare molto difficile immaginare come un dislessico percepisce un testo su un foglio. Colgo l’occasione per sottolineare il fatto che, a mio modesto parere, i simulatori di dislessia disponibili sul web possono essere fuorvianti. Perché non esiste una dislessia standard. Per ora l’unico a mio avviso degno di nota è un video intitolato Dyslexia simulator del canale di AbilityNet. Ha come punto di forza quello di mostrare i vari effetti della dislessia che si possono manifestare durante la lettura.
Infatti, la percezione di un testo stampato o scritto da parte di un soggetto dislessico non è mai la stessa. Varia costantemente nell’arco della lettura, anche nello stesso paragrafo. Un lettore dislessico vede lettere e parole muoversi, cambiare direzione e orientamento senza sosta. Il che porta inevitabilmente a saltare parole e/o righe, perdendo ripetutamente il segno durante la lettura. Nel mio caso, ad esempio, oltre alle parole che secondo il gergo popolare “ballano”, la difficoltà maggiore è la mancanza di interlinee. Poiché le parole e le frasi delle diverse righe tendono ad oscillare di continuo, verso l’alto ed il basso.
Il disagio nella lettura
Non stando mai ferme, le righe di lettura vanno a sovrapporsi tra loro, sia con quelle superiori sia con quelle inferiori. Generando l’effetto chiamato nel video summenzionato Overlap. Ciò crea un immenso disagio nella lettura. Il soggetto dislessico deve strizzare gli occhi o addirittura chiuderne uno per stabilizzare le frasi per via dell’insufficienza di convergenza del suo occhio. Difetto che solitamente non viene rilevato negli esami oculistici di routine.
Inoltre, un grave ostacolo risiede, nel mio caso, nella lettura del font con serif. Una piccola fioritura che molti trovano estetica ma che ingombra e appesantisce le lettere digitali. Gran parte dei font usati nella vita di tutti i giorni lo comprendono. Ad esempio: Times New Roman, Garamond, Georgia, Palatino e Cambria. Un altro ostacolo importante è rappresentato dalla giustificazione di un testo, presente di default in ogni dispositivo di elaborazione testi. Tale opzione è sfortunatamente anche una pratica imposta nelle case editrici. Questa pratica modifica la deviazione standard delle lettere rendendo difficoltosa l’azione di decifrare e di codificare i testi. Nel mio caso, il corsivo ha il medesimo effetto. Se i paragrafi aiutano il dislessico, al contrario, la divisione in colonne crea un’immensa confusione visiva. Le frasi, oltre a sovrapporsi orizzontalmente tra loro, nelle colonne vanno a mescolarsi anche lateralmente. Lo stesso vale per le tabelle.
Le soluzioni e le strategie messe in atto
In questo caso, se nella migliore delle ipotesi si riceve un file word o equivalente editabile, le strategie da mettere in atto per rendere leggibile, posso essere molteplici.
Spaziare in ogni modo possibile il testo. Inserire un’interlinea preferibilmente doppia. Aumentare la dimensione del carattere, almeno 14. Dividere i concetti o i lunghi periodi in paragrafi. Disattivare la giustificazione summenzionata e scegliere attentamente il font. Esistono numerosi font nei pacchetti predefiniti, chiamati proprio sans serif, che facilitano la lettura. Tra questi troviamo Calibri, ovvero il font che prediligo nel pacchetto office, Comic sans MS, Verdana, Tahoma e Andika. Inoltre, esistono dei font appositamente creati per i lettori dislessici che bilanciano il kerning (ovvero la riduzione dello spazio in eccesso fra coppie specifiche di caratteri). Le proporzioni tra parola e parola, accentuando maggiormente le differenze tra le lettere speculari come b–d, p–q, a–e.
Questi ultimi possono essere scaricati gratuitamente online tramite modulo di richiesta al fornitore. Tra questi troviamo: OpenDyslexic, Lexia o anche Biancoenero, il primo font inclusivo gratuito in Italia. Prodotto dell’omonimo editore specializzato in narrativa per ragazzi, ha codificato e sperimentato negli anni alcuni criteri sintattici, logici e concettuali alla base del lavoro sull’Alta Leggibilità.
Strategie e tecniche da attuare
Per concludere la parte dedicata alle questioni inerenti alla lettura, va detto che la divisione in paragrafi e l’uso di colori piacevoli alla vista rappresentano un’arma molto utile per un soggetto dis. Ad esempio, nel mio caso, una traduzione su Word potrebbe comportare un paragrafo più scuro per il testo originale, seguito da un paragrafo bordeaux per la mia traduzione. Ciò implica ovviamente un lavoro aggiuntivo. Al momento della consegna va rimossa tutta la parte scura. E va controllato di non aver dimenticato nulla nel passaggio da un paragrafo all’altro.
Tali strategie, una volta acquisite, potrebbero risultare semplici da mettere in atto. Il problema sorge quando viene fornito del materiale non editabile, come PDF, scansione di libri, o peggio ancora, fotocopie e documenti cartacei. Molto spesso, nel mio percorso di traduzione e interpretariato, mi sono ritrovata a dover fisicamente piegare un foglio di carta assegnato, affinché potessi isolare le frasi da leggere e tradurre. Oppure posizionare altri fogli o righelli sulle frasi che circondavano quelle che man mano leggevo, per evitare la sovrapposizione. Purtroppo questo processo è molto lungo e stancante, e alle volte deve essere applicato anche all’interno di una stessa riga.
L’apprendimento durante il percorso universitario
Durante i miei studi, per forza di cose, sono diventata esperta di convertitori di PDF online, i quali molto spesso producono risultati da aggiustare e correggere. Ho sperimentato anche più del dovuto Google Lens, un servizio tramite foto molto utile quando si tratta di salvare e trascrivere una password o al massimo qualche pagina. Non è però assolutamente sufficiente per rispondere alle esigenze di un soggetto dis che si può ritrovare a dover convertire decine di pagine di traduzioni o appunti.
A tal proposito, per quanto riguarda lo studio, dato che per ovvi motivi la lettura e l’apprendimento mnemonico siano chiaramente fuori dalla loro portata, solitamente i soggetti dis procedono tramite mappe mentali e concettuali. A tal proposito, un supporto online per realizzarle che ritengo indispensabile è Padlet. Una “bacheca virtuale” sulla quale si possono realizzare varie mappe, caricando, posizionando e condividendo file e materiali a piacere.
L’importanza del “supporto orale”
Nel mio caso, anche il supporto orale è fondamentale nel processo di apprendimento. Infatti, il metodo che prediligo per studiare e ripassare, è l’uso di video o podcast trovati online o audio realizzati da me stessa. Alle volte, mi capita di usare i lettori automatici dei software di videoscrittura disponibili. Ma non nego che più di tre pagine lette da un robot monocorde non siamo sempre molto semplici da ricordare.
Per quanto riguarda invece la lettura nel campo della traduzione, sarebbe opportuno comunicare alle aziende del settore che è assolutamente impossibile, per un soggetto dis, lavorare con la maggior parte dei CAT tools. Si tratta di segmenti molto vicini tra loro, quasi senza interlinee. Con colonne molto ravvicinate, con colori per lo più violenti e font poco inclusivi. Il che, invece di facilitare e assistere il lavoro del traduttore dis, lo penalizza sotto ogni punto di vista.
Tali problematiche, su piccola scala, si applicano sulla percezione dei file Excel e dei glossari forniti dalla maggior parte dei clienti o disponibili online.
Interpretariato e i disturbi DIS
Un ottimo compagno di studio invece, è stato, ed è tutt’ora il mio doppio monitor. Tale dispositivo mi permette di visualizzare il testo originale su uno schermo, e scrivere su un altro. Ovviamente, si tratta di un investimento che forse non tutti possono o vogliono fare, cosa del tutto comprensibile.
Per quanto riguarda l’interpretariato, invece, potremmo come prima cosa soffermarci sul peggior incubo di ogni interprete dis: la traduzione a vista. Infatti, se quest’ultimo è perfettamente in grado di svolgere l’esercizio da un punto di vista linguistico, può riscontrare invece problemi nella lettura ad alta voce, il che ovviamente complica la resa, dando l’impressione che sia meno bravo. Inutile parlare della frustrazione che si prova in tali momenti, soprattutto se il testo non rispetta le esigenze elencate qui sopra.
Per un disortografico, ad esempio, alle volte diventa difficile eseguire delle traduzioni consecutive, per il banale fatto che la loro grafia è talmente confusionaria che loro stessi faticano a rileggere gli appunti presi. Nel mio caso, ad esempio, mi baso moltissimo sulla memoria a breve termine, e il mio blocco di appunti serve principalmente per segnare quando i concetti e gli argomenti cambiano. Per effettuare una corretta consecutiva, il mio asso nella manica sta nel cambiare colore del pennarello (molto più scorrevole rispetto alla penna) non appena cambia l’interlocutore o il soggetto della frase.
Infatti, durante una consecutiva di 10 minuti, cambio in media 4 colori che alterno, per dividere i gruppi di informazione, a discapito della vera e propria informazione che cerco di ricordare a mente. Ciò implica un’estrema velocità nella memorizzazione nonché nel semplice cambio del pennarello, che, se effettuato troppo lentamente, rischia di far perdere informazioni cruciali. Al termine della consecutiva, ad un soggetto dis basterebbe concedere un solo minuto in più, non tanto per la rilettura quanto per la concentrazione e la fissazione dei concetti nella propria mente, per effettuare una resa al pari di quella dei soggetti neurotipici.
Adottare strategie compensative
Per la traduzione simultanea invece, un consiglio fondamentale per un individuo dis è quello di tenere occupate le mani. Può sembrare stupido, ma risulta invece essenziale per una buona resa. Nel mio caso, uscendo dalla cabina, mi ritrovo spesso a gettare via fogli tappezzati di quadrati o di cerchi disegnati per mantenere la concentrazione.
Molti professori mi hanno consigliato di tentare di controllarmi e di evitarlo poiché secondo loro rappresenta una distrazione; al contrario, se un soggetto dis muove costantemente le mani, significa che ne ha bisogno perché tale gesto è una vera e propria strategia che può essere di grande aiuto per canalizzare la concentrazione e le energie, nonché per tenere a bada l’ansia da prestazione. Infatti, non è vietato l’uso di fidget toys (ovviamente silenziosi) come palline, tappetini o cubi antistress da tenere in tasca per rilassare la mente ripetendo un movimento automatico senza pensarci: simile è il principio delle figure geometriche disegnate a ripetizione.
L’ultimo disagio, ma non per gravità, che incide da sempre sul mio lavoro di traduzione è la discalculia. Infatti, benché la mia specializzazione non richieda competenze matematiche, quando sono confrontata a numeri semplici, numeri romani, date, valori o orari da tradurre nell’immediato è molto difficile per il mio cervello, il quale non è in grado di comprendere il senso dell’informazione ricevuta nella lingua di partenza e di assimilarla così da tradurla, benché ne conosca perfettamente il traducente.
Le strategie compensative personali
Durante gli anni di studio ho adottato diverse strategie compensative, utilizzando simboli incomprensibili per chiunque altro, al fine di rappresentare le unità di misura per le consecutive, o tabelle già pronte e stampate simili a quella che riporto sotto, da tenere in cabina di fianco a me per segnare i numeri nelle colonne indicate sotto al traducente, il che mi permette di leggerli senza necessariamente comprenderne il senso.
Miliardo (9) | Milione (6) | Centomila (5) | Diecimila (4) | Mille (3) | Cento (2) | Dieci (1) |
Billion (9) | Million (6) | Hundred thousand (5) | Ten thousand (4) | Thousand (3) | Hundred (2) | Ten (1) |
caselle da compilare | caselle da compilare | caselle da compilare | caselle da compilare | caselle da compilare | caselle da compilare | caselle da compilare |
I metodi di compensazione
Ovviamente, si tratta di un tentativo di compensazione con mezzi empirici che non equivale neanche lontanamente alla facilità dei soggetti neurotipici in merito alla comprensione del numero e alla sua spontanea assimilazione. Tutti questi processi, infatti, certi più di altri, rappresentano un immenso disagio psicologico nonché uno sforzo di concentrazione che molto spesso già scarseggia nel soggetto in questione, la perdita di un’energia che potrebbe essere impiegata per svolgere meglio il compito. Senza contare una perdita di tempo ingiustificata dato che i soggetti dis dovrebbero disporre in partenza di un terzo del tempo in più per qualsiasi compito, oppure di un terzo in meno del compito in questione, a prescindere dalla loro bravura e dalla loro velocità di esecuzione.
Il fatto invece di dover compensare così tanto, quando alle volte sarebbe così facile ottenere un documento editabile senza fare salti mortali o addirittura già pronto per l’uso, è incredibile considerando anche il fatto che il format adatto ai dis non inficia in nessun modo la qualità e l’accessibilità al lavoro dei colleghi neurotipici. Personalmente, nel corso di un esame, so con certezza di perdere in media dai 10 ai 20 minuti, solo per adattare il testo alle mie esigenze.
La mancanza di supporto
Mentirei se non dicessi che alle volte questa situazione suscita in me una grande amarezza. Non per i voti, non per spirito di competizione, bensì per un mero senso di correttezza all’insegna dell’inclusività di cui tanto si sente parlare ma che troppo spesso non rimane che un concetto astratto. Sono la prima ad accettare gli errori e a far tesoro degli insegnamenti e delle correzioni, tuttavia, di fronte ad un lavoro penalizzato non per la sua qualità intrinseca ma per via di mancanza di supporto, è inevitabile provare un sentimento di frustrazione, che da quel che so, è diffuso e condiviso dalla maggior parte dei soggetti dis.
Come evidenziato diverse volte nel corso di questo articolo, è sempre molto difficile far richiesta di tali supporti, seppur dovuti, per via della vergogna e anche della consapevolezza che non si riuscirà ad ottenere ciò di cui si necessita data la mancata preparazione degli interlocutori.
Infine, va sottolineato che tutti questi disagi si manifestano non solo nella vita scolastica e professionale, ma anche nella sfera sociale e personale, ovvero nella lettura di siti governativi, di contratti, di istruzioni e bugiardini, nonché nei social media come Instagram, Facebook e addirittura Linkedin.
Ciao sono Pauline Surgo, una ragazza italo-francese laureata in interpretariato e traduzione. Sono affascinata da tutto ciò che non rientra nei canoni e negli standard nonché alla costante ricerca di metodi alternativi per superare ogni tipo di difficoltà e mettere in luce i temi che mi più stanno a cuore.