Contenuti audiovisivi: closed caption e SDH

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Contenuti audiovisivi: closed caption e SDH


ECCO LA VERSIONE AUDIO DI QUESTO ARTICOLO, BUON ASCOLTO!

 

Questo articolo fa parte di una serie di post sull’accessibilità qui sul blog di Creative Words. Come sappiamo, lo scopo per cui la traduzione e la localizzazione nascono è quello di portare più contenuti possibili a più persone possibili. Il tema dell’accessibilità è una naturale prosecuzione di questo concetto. Continuate a seguirci per iniziare a conoscere un aspetto vasto e cruciale del nostro settore.

Nel primo articolo dedicato a questo tema abbiamo affrontato le sfide e le soluzioni che rendono un contenuto audiovisivo accessibile. Nello specifico, un contenuto audiovisivo si compone di una traccia video e di una traccia audio: in questo articolo scopriamo come rendere più accessibile la seconda.

Viviamo in un mondo sempre più dominato dai contenuti audiovisivi: comunichiamo attraverso GIF, condividiamo storie su Instagram, ci sentiamo smarriti ed esclusi se non abbiamo visto l’ultimo episodio della serie tv del momento… I contenuti audiovisivi sono diventati insomma una sorta di linguaggio universale che spesso dice chi siamo, cosa ci piace e in quali valori ci identifichiamo.

Tuttavia, questi contenuti non sono per tutti fruibili allo stesso modo. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), 466 milioni di persone nel mondo sono non udenti e i dati suggeriscono che diventeranno 990 milioni entro il 2050.

 

L’accessibilità ai contenuti audiovisivi

L’accesso ai contenuti audiovisivi non è qualcosa di accessorio, ma è stato dichiarato un diritto fondamentale dell’uomo dalla Convenzione sui diritti delle persone con disabilità (CRPD) delle Nazioni Unite del 2006. L’articolo 30 stabilisce infatti qualcosa di scontato quanto imprescindibile: le persone con disabilità hanno il diritto di “godere dell’accesso a programmi televisivi, film, teatro e altre attività culturali, in formati accessibili”. Grazie a questo trattato internazionale e ad altre normative, molti Paesi hanno adottato una legislazione specifica che affronta la necessità di includere i sottotitoli nei contenuti audiovisivi per garantire la parità di accesso a tutti i cittadini.

Gli spettatori che usufruiscono di contenuti sottotitolati sono in aumento, e non si tratta solo di persone non udenti o di lingua straniera.

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Secondo un articolo di Digiday, l’85% dei video di Facebook viene visualizzato senza audio e con i sottotitoli attivati. In questa epoca dominata dalla presenza dei contenuti audiovisivi, i creator stanno paradossalmente tornando al testo scritto per catturare l’attenzione dei loro spettatori. Sembra infatti che la Generazione Z preferisca i video sottotitolati perché permettono loro di seguire un contenuto e di svolgere altre attività contemporaneamente o di potere seguire i contenuti senza l’uso di cuffie sui mezzi pubblici, ad esempio.

 

Come rendere i tuoi contenuti video accessibili

La piattaforma di video streaming più popolare al momento ha recentemente rilasciato questa dichiarazione sull’uso dei sottotitoli per non udenti all’interno del suo servizio:

“Incrementando la disponibilità di SDH e AD a oltre 20 lingue, speriamo di fornire a tutti gli abbonati la possibilità di vedere le proprie vite riflesse sullo schermo, indipendentemente dal luogo di provenienza, dalla lingua parlata o dalla disabilità.” (Netflix)

Vuoi rendere anche tu i tuoi contenuti video accessibili a un pubblico più vasto? L’aggiunta di sottotitoli può contribuire a questo obiettivo: si tratta infatti di un vantaggio per più persone e per motivi diversi. Esistono diverse strategie per trascrivere i contenuti video a seconda delle esigenze e degli obiettivi specifici del video: le didascalie o closed captions (CC), i sottotitoli “semplici” e i sottotitoli per non udenti (SDH).

I sottotitoli

I sottotitoli li conosciamo tutti: sono una versione tradotta della trascrizione di un video e appaiono come testo nella parte inferiore dello schermo. Sono in genere rivolti agli spettatori che non parlano la lingua utilizzata nell’audio del video, ma che riescono comunque a sentire la traccia audio. Tradurre un contenuto significa a tutti gli effetti renderlo accessibile.

Ad esempio, se un film è realizzato in inglese ma viene proiettato in un luogo in cui il francese è la lingua predominante, il film potrebbe includere i sottotitoli in francese. Tuttavia, poiché i sottotitoli di base presuppongono che gli spettatori non siano né non udenti né ipoudenti, non includono altri elementi fondamentali della traccia audio (come la descrizione delle musiche, degli effetti sonori o la differenziazione degli interlocutori).

Le didascalie (CC)

Le didascalie (CC) sono la trascrizione dei dialoghi e delle indicazioni audio di un video e appaiono come testo nella parte inferiore dello schermo. Queste didascalie generalmente possono essere disattivate o attivate e sono utili per gli spettatori non udenti o ipoudenti perché includono i rumori di fondo, la differenziazione degli interlocutori e altre informazioni rilevanti.

Ecco, quindi, che i sottotitoli CC includeranno elementi più dettagliati come: [MUSICA ALLEGRA], [BRYAN RIDE], [IL TELEFONO SQUILLA].

I sottotitoli per non udenti e ipoudenti (SDH)

L’acronimo SDH sta per “Subtitles for the Deaf and Hard of Hearing” (ovvero, sottotitoli per non udenti e ipoudenti).

Questi sottotitoli sono quindi una sorta di combinazione dei due tipi di sottotitoli precedenti. Si tratta di un’invenzione più recente, introdotta originariamente in America dall’industria dei DVD. Il termine SDH si riferisce generalmente ai normali sottotitoli nella lingua originale del video, che includono però anche importanti informazioni non dialogiche, come l’identificazione degli interlocutori.

I sottotitoli SDH includono indicatori di ogni elemento udibile:

  • Effetti sonori: ad esempio, colpi di pistola, cani che abbaiano, telefoni che squillano, notifiche di SMS, scontri tra spade laser, ecc.
  • Identificazione del parlante: senza un simbolo o un nome che identifichi l’oratore, le battute di dialogo si susseguono, lasciando lo spettatore confuso su chi ha detto cosa e quando. Questo è particolarmente rilevante per gli interlocutori fuori campo.
  • Musica: i testi e i descrittori musicali sono elementi importanti della colonna sonora di una produzione e sono sempre inclusi nei sottotitoli SDH.

Gli SDH uniscono quindi le informazioni della traccia audio alle informazioni linguistiche per creare un unico file di sottotitoli.

In questo modo, il file può essere accessibile al pubblico in lingua straniera, a prescindere dalla disabilità.

Inoltre i sottotitoli SDH rendono i contenuti più accessibili a un’ampia gamma di persone perché aiutano anche gli spettatori con deficit di attenzione o differenze cognitive a concentrarsi sul video.

Verso l’accessibilità

Se vuoi aggiungere sottotitoli SDH ai tuoi contenuti audiovisivi, avrai forse notato che esistono soluzioni di sottotitolazione automatica (come quella offerta da YouTube) che al momento, però, non risultano davvero efficaci per i seguenti motivi:

  1. la traduzione risulta spesso meccanica o confusa;
  2. i computer potrebbero non capire accenti diversi o termini gergali, anche all’interno della stessa lingua;
  3. i computer non colgono altre indicazioni audio;
  4. rumori di fondo, dialoghi sussurrati, velocità di conversazione o audio di bassa qualità possono interferire con il programma di sottotitolazione generato dal computer;
  5. problemi tecnici, come il blocco del video, possono confondere il programma di sottotitolazione automatica;
  6. il sottotitolatore automatico potrebbe non essere in grado di distinguere gli interlocutori o di distinguere i testi della musica di sottofondo dai dialoghi.

 

Per questi motivi, se hai intenzione di rendere i tuoi contenuti audio davvero accessibili, è sempre consigliabile affidarsi a professionisti del settore.
Abbattere le barriere comunicative e rendere i contenuti accessibili è da sempre l’obiettivo di ogni traduttore.

foto articolo lavinia

 

Lavinia Tomasinelli

Cantante occasionale per concerti notturni in macchina, abusa di Netflix e ama citare libri e film in modo casuale. Preme il pulsante posponi 50 volte di fila.


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